INTERVENTO della DELEGAZIONE UMBRIA
Signor Presidente, Signori delegati,
la delegazione Umbria ritiene di dover presentare alcune considerazioni in merito a quanto accaduto nell’ultimo anno; come Lei ben sa l’Umbria non era d’accordo per un cambiamento del Presidente – avvenuta poi nel mese di giugno appena finita l’assemblea Nazionale di Lecce – in quanto riteneva giusto e corretto in quel frangente dover difendere l’Associazione AVIS, da strumentalizzazioni esterne che potevano ingenerare distacco e incomprensioni nella base associativa.
“Molti di noi immaginavano un percorso diverso, un approccio nuovo, un riscontro più evidente ai temi e alla progettualità, ma la frenesia e le ansie, i giochi di potere e le volontà di affermazione hanno portato a un risultato diverso con il quale oggi ci dobbiamo misurare e con il quale siamo chiamati a dover rinserrare le fila e ricomporre giochi e strategie … prima di parlare di programmi, … credo sia doveroso chiarirci le idee e ragionare intorno alle regole da proporre e da condividere … Credo, peraltro, servirà alla fine trovare una sintesi e una posizione che non divida ne geograficamente ne politicamente l’ AVIS, ma serva da catalizzatore alle diverse esigenze e alle personali capacità … perché credo che il rispetto, anche dell’avversario, sia il primo punto dal quale non possiamo demordere e entro il quale ci dobbiamo riconoscere … tutti dobbiamo fare una attenta riflessione. Per fugare ogni dubbio: anche di interesse … Insieme, dobbiamo riconoscere mission e obiettivi da condividere e costruire, declinandoli sul territorio. Nel rispetto delle autonomie ma in una forte rete di solidarietà.
… se ancora crediamo sia possibile uscire dalle logiche dello scontro spartitorio e avventurarci nel percorso del confronto utile ad ogni componente, aperto al contributo di tutti … Di cosa necessita oggi … l’ associazione?
Ritrovare un’ anima. Ce lo chiedono i donatori e la società civile. Unirsi intorno ai valori costitutivi e fondanti della nostra Associazione … Ricostruire un ruolo di autorevolezza e un rapporto reciproco di collaborazione tra AVIS Nazionale e le Avis territoriali … recuperando funzioni e rappresentatività. Immagino percorsi comuni e condivisi, strategie e progetti da attuare insieme … utilizzando il Consiglio Nazionale e la Conferenza del Presidenti Regionali per creare questa necessaria sinergia. … Capacità di fare rete e costruire solidarietà, anche al nostro interno con progetti condivisi … da programmare in sinergia, che possano essere organizzati e sviluppati tra diverse realtà, tenendo conto, integrandole, delle potenzialità e delle risorse, delle capacità ed esperienze di ciascuno.
Questo, avvalendosi anche del contributo e dei dati di un Osservatorio Associativo che funzioni e di un centro studi … che supportino il lavoro del Consiglio e dell’intera Associazione
In … anni di esperienza in AVIS ho imparato che spesso, il problema delle nostre associazioni non sono i donatori – e i dati lo confermano – ma i dirigenti. Ed oggi, a mio avviso, viviamo una grande crisi dirigenziale e di prospettiva di ricambio. … Possiamo pensare di ragionare del futuro dell’associazione intorno al concetto di maggioranze o minoranze, opposizione al nostro interno? … occorrono capacità di ascolto e confronto, volontà di essere parte di un progetto e di un disegno comune …”
Bene, questo è parte del suo intervento tenuto a Napoli in occasione della Conferenza nazionale del 17 e 18 gennaio 2009: ci è sembrato di estrema attualità ed abbiamo ritenuto necessario ricordarglielo, a distanza di dieci anni essendo, oggi, Lei ed il suo Esecutivo caduti in palese contraddizione con quanto sopra da Lei stesso affermato.
Quando ha ricercato l’unità associativa?
Quando ci si è confrontati su problemi e temi di primaria importanza in Consulta dei Presidenti, spesso convocata in qualche parte d’Italia dalle 10 alle 13, si fa per dire, impedendo un sano e trasparente confronto e superare le incomprensioni?
Nella Consulta dei Presidenti non c’è più discussione, non si condivide, non si vota, siamo in presenza di un vero e proprio depauperamento dello stesso organismo reso da questo Esecutivo un organo ormai quasi inutile.
Dalla sua relazione si evincono principi generali e generalizzati che non ci fanno comprendere appieno cosa sarà della nostra associazione negli anni futuri, nessun progetto a medio e lungo termine che sia stato condiviso e discusso: chi non condivide i principi fondanti dell’associazione? Nessuno, ma la loro attuazione, nei modi e nei tempi, va discussa. Abbiamo bisogno di un Associazione Nazionale che ci supporti, che ci aiuti nelle problematiche di tutti i giorni, un Avis Nazionale al servizio delle Avis.
Un giudizio estremamente negativo è riservato alla Segreteria Nazionale, che ha evidenziato e manifestato tutta la sua inadeguatezza a ricoprire il ruolo assegnatogli (vedasi ad esempio il processo di approvazione dello statuto e delle bozze degli statuti delle Avis territoriali); le decisioni prese per quanto concerne il personale dipendente ed i rapporti con lo stesso.
Si è provveduto a licenziare per giusta causa due dipendenti, senza il dovuto preavviso, senza aver tentato una mediazione sindacale, che in questi casi si consiglia per evitare possibili ripercussioni di impugnativa del licenziamento stesso.
Doveva essere fatto proprio cosi? Si poteva fare meglio? Anche in questo caso tutti noi abbiamo appreso tutto ciò a cose fatte; il nostro codice etico ci impone di avere rapporti interni tra Avis e i nostri dipendenti improntati su i principi di lealtà, correttezza, operando per l’Associazione sempre e in completa buona fede e riconoscendo eventuali errori, per porvi rimedio con la massima dedizione e tempestività.
Avis si impegna a realizzare l’interesse sociale evitando di arrecare danno a terzi e ove si rendesse necessario ponendo in essere tutti gli accorgimenti utili ad evitare spiacevoli conseguenze.
Le chiediamo Sig. Presidente era opportuno licenziare in questo modo?, non si poteva scegliere un percorso differente atto ad evitare spiacevoli conseguenze?
A tali licenziamenti sono seguite poi alcune assunzioni: vi era la possibilità di ricollocamento dei precedenti dipendenti ad altre mansioni? Evidentemente no; che tipo di selezioni sono state fatte per assumere due segretarie a tempo indeterminato nell’organigramma nazionale? Il nostro codice etico recita “Avis garantisce l’assoluta uguaglianza di trattamento in fase di selezione indipendentemente da genere, origine etnica/raziale, religione, convinzioni politiche e sindacali“
Il mandato del Presidente e del Segretario, come quello di tutto il Consiglio, è a termine: non si comprende, quindi, una assunzione a tempo indeterminato di due unità “personali”.
È essenziale che si rispettino i principi dettati dal nostro codice etico: Onestà. Affidabilità, obiettività ed imparzialità, correttezza e buona fede, trasparenza e riservatezza quando si tratta di rendicontazione e comportamenti.
Non condividiamo aver appaltato all’esterno la contabilità, il controllo di gestione e i rapporti tra clienti e fornitori. Non sarebbe stato più giusto che tali cambiamenti fossero stati dibattuti prima di realizzarli, almeno in consiglio?. Di tali argomenti non se né è parlato neanche in assemblea programmatica: cosi facendo, e senza volerlo, abbiamo limitato la funzione del tesoriere.
Non si comprende neanche come vengono gestite le consulenze e i rimborsi dei consulenti, come vengono scelti tali consulenti né quanto ci costano con rimborsi a corredo.
Per tutte queste perplessità, nonché per le modalità di gestione adottate, l’Avis Regionale dell’Umbria NON APPROVA il bilancio consuntivo 2018 e con le stesse motivazioni NON APPROVA il bilancio preventivo 2019 chiede a codesto esecutivo di riconsiderare la posizione del segretario nazionale e auspica che i richiami e le esortazioni fatte contribuiscano a creare un corretto, responsabile e trasparente confronto tra tutte le realtà associative verso una auspicata unitarietà nell’interesse dell’Avis.
Condividiamo quanto, nella parte conclusiva della sua relazione, viene enunciato:
Con assoluta consapevolezza vale allora la pena, innanzitutto, di ricercare e ritrovare l’unitarietà e unità associativa. Che non significa, badate bene, bieco unanimismo. Che non significa evitare il dialogo o il confronto, che non vuole uniformare identità, culture e sensibilità. Unitarietà, significa concorrere con rispetto ad un comune obbiettivo. Significa ricercare, nella fatica del confronto le ragioni di un sodalizio e gli strumenti e i metodi per la sua crescita. Vuole essere un modo per riconoscere innanzitutto amicizia e rispetto dell’altro, delle sue attitudini e dei suoi valori, del suo modo di declinarli.
L’unitarietà è l’unico valore in grado di far crescere e progredire l’associazione e i temi che ad essa sono cari e che appartengono ad ogni singolo donatore.
Nel concludere il nostro intervento ricordiamo il Presidente Mario Zorzi che nel 1981 celebrò L ‘assemblea Nazionale a Cascia – uomo coerente ,sincero, onesto ed eccellente professionista, un vero volontario che ha dedicato decenni della sua vita all’Avis e che dovremmo tutti noi imitare: questo è quanto l’intera Avis Regionale dell’Umbria, i volontari, i dirigenti ed il consigliere nazionale manifestano alla famiglia e a questa assemblea.
IL CAPO DELEGAZIONE
f.to Andrea Marchini