Incontro in Regione per la nomina del nuovo Centro Regionale Sangue e per l’adozione del nuovo Piano Regionale Sangue e Plasma
Perugia, 18 set. – Su pressante richiesta di Avis Regionale Umbria, giovedì 14 settembre si è tenuto un incontro con l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, il direttore generale della sanità, Massimo D’Angelo, i dirigenti regionali dei servizi interessati, i direttori sanitari e i dirigenti dei Servizi Immuno Trasfusionali (Sit) delle aziende ospedaliere e sanitarie locali della regione e le associazioni di volontariato dei donatori di sangue, per discutere e procedere prontamente alla costituzione del nuovo Centro Regionale Sangue (Crs). Il Crs è l’organo competente a studiare le problematiche relative al servizio trasfusionale, delineandone le linee strategiche, la programmazione, gli obiettivi, gli indirizzi funzionali e organizzativi e dunque anche per esprimere gli indirizzi in relazione al Piano Regionale Sangue e Plasma. Obiettivo dell’incontro era anche quello di promuovere in tempi rapidi il confronto per la redazione del nuovo Piano Regionale Sangue e Plasma. Sia quest’ultimo che il Centro Regionale Sangue sono ormai scaduti da molti anni.
In merito alla strutturazione del Centro regionale sangue, Avis Regionale Umbria ha proposto che il coordinamento venga assunto da un dirigente dell’assessorato “per rafforzare il ruolo politico istituzionale del coordinatore medesimo e dunque del centro regionale”.
Quanto al Piano Regionale Sangue e Plasma, nel ribadire “l’improcrastinabilità della sua adozione”, Avis Umbria ha sottolineato come sia “preliminarmente necessario procedere a un’analisi dei risultati dei piani precedenti (2009/2011 e 2016/2018) al fine di individuare nuovi obiettivi e processi gestionali in grado di risolvere i numerosi problemi funzionali e operativi, rilevati e più volte segnalati”.
In particolare Avis ha sottolineato le seguenti necessità: non riduzione degli attuali Punti di Raccolta Fissi (Prf), ma rimodulazione delle aperture per renderli maggiormente funzionali, anche con estensione del progetto Assessment Donors (telemedicina applicata in relazione all’accettazione dei donatori in taluni punti di raccolta); graduale applicazione della prima donazione differita, là dove oggi non si pratica, con individuazione di corsie preferenziali per gli accertamenti strumentali e visite specialistiche da richiedere alle direzioni generali; unificazione dei protocolli donazionali in tutti i punti di raccolta (Sit e Prf); aumento delle pratiche di plasmaferesi da effettuarsi nei Sit e implementazione di detta pratica in alcuni Prf; aperture domenicali (con impegno associativo per garantire un numero di accessi minimo da stabilire); possibili aperture pomeridiane per la pratica aferetica (con impegno associativo per garantire un numero di accessi minimo da stabilire); verifica del mantenimento di tutti i requisiti strutturali, organizzativi e strumentali accertati in occasione dell’accreditamento delle strutture; implementazione funzionamento del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) anche per gli accertamenti effettuati per la idoneità alla donazione (prima e successive) con accesso sia del donatore sia del proprio medico di base; verifica funzionamento dei Comitati per il buon uso del sangue (Cobus), in relazione al rispetto dei migliori protocolli in materia di programmazione e per l’uso del sangue e sue componenti; realizzazione di una banca dati unica tra tutte le strutture con accesso da parte di Avis regionale in tempo reale; verifica della possibilità di realizzare un Dipartimento funzionale regionale del servizio immunotrasfusionale; verifica della possibilità di realizzare un’officina unica per la lavorazione del sangue con conseguente ottimizzazione dell’impiego del personale.
“Avis – fanno sapere dall’associazione umbra – attende ora concreta e rapida risposta agli impegni assunti nella riunione e resta a disposizione per tutti gli approfondimenti e apporti che le competono”.